Incentivi per la valorizzazione edilizia



Fino al 2021 Incentivi per la valorizzazione edilizia – BONUS EDILIZIA

da sito Agenzia delle Entrate

Le detrazioni fiscali già previste per l’acquisto di unità immobiliari di edifici ricadenti in zona sismica 1, sui quali si siano realizzati interventi di riduzione del rischio sismico mediante demolizione e ricostruzione, sono state estese anche alle medesime fattispecie ricadenti nelle zone 2 e 3. Questa è una delle principali novità relative ai bonus edilizi istituite dalla Legge 58/2019 di conversione del cosiddetto “Decreto Crescita” (D.L. 30 aprile 2019, n. 34), che ha previsto anche la possibilità, per i soggetti che effettuano interventi agevolati con Ecobonus e Sismabonus, di ricevere dal fornitore uno sconto immediato in sostituzione della detrazione fiscale. Di seguito si riporta una sintesi aggiornata delle agevolazioni fiscali disponibili e delle condizioni per fruirne.

La Legge 28 giugno 2019, n. 58 recante “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi” (c.d. Decreto Crescita), ha previsto diverse misure finalizzate anche al rilancio dell’edilizia.

Tra queste, sono state introdotte alcune importanti novità relative all’applicazione dei bonus edilizi, Sismabonus ed Ecobonus, nonché l’introduzione di un regime di tassazione agevolato per le imprese che acquisteranno interi fabbricati con l’obiettivo di riqualificarli e rivenderli.

Incentivi per la valorizzazione edilizia

Allo scopo di favorire interventi su edifici esistenti, finalizzati al conseguimento di classi energetiche elevate nel rispetto delle norme antisismiche, l’art. 7 della Legge n. 58/2019 dispone in via temporanea (sino al 31 dicembre 2021) un regime di tassazione agevolato. Esso consiste nell’applicazione dell’imposta di registro e delle imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna, per i trasferimenti di interi fabbricati a favore di imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che entro i successivi dieci anni:

  • provvedano alla demolizione e ricostruzione degli stessi, anche con variazione volumetrica rispetto al fabbricato preesistente, ove consentita dalle norme urbanistiche vigenti, oppure eseguano gli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo, nonché gli interventi di ristrutturazione edilizia, come definiti nel D.P.R. n. 380/2001, art. 3, comma 1, lettere b), c), d). I suddetti interventi devono essere conformi alla normativa antisismica e tali da permettere il conseguimento delle classi energetiche A, B o NZEB (Near Zero Energy Building);
  • procedano all’alienazione degli stessi, anche in caso di suddivisione in più unità immobiliari, a condizione che l’alienazione riguardi almeno il 75% del volume del nuovo fabbricato.

Questo provvedimento ha l’obiettivo di agevolare il trasferimento di fabbricati da sottoporre ad interventi di recupero edilizio tramite demolizione e ricostruzione, al fine di favorire il rinnovo del vetusto parco edilizio nazionale ed incrementare il livello prestazionale e di sicurezza degli edifici.



Nonna Elvira

perchè Casa Elvira? è una domanda che nasce spontanea…. Elvira è il nome della nostra cara nonna materna… E’ merito suo se ora siamo “custodi” di questa casa… Nel lontano 1959 l’acquistò dagli originari proprietari, famiglia Ravagnan di Chioggia, sfidando nonno Erasmo che avrebbe preferito, invece, cercar casa nel suo amato paese natale Alano di Piave…


La nonna, donna tenace e di tempra seppe convincere, anche con l’arte affabulatoria che la contraddistingueva, i suoi famigliari… Era nata nel 1910… Da piccola, durante il primo conflitto mondiale, conobbe la parola “FAME” quando stette profuga un anno intero nelle terre invase dagli austro-tedeschi, a Sequals… Quando da piccoli si facevano i capricci perchè non ci andava di mangiare qualcosa, ci diceva sempre… “Ceo, ti te volarìa un mese de profugo e dopo tu vedarà che tu magna anche le scorze de patate come me ha toccà a mì…


Nonna Elvira come l’abbiamo conosciuta noi nipoti


A ragione, non volle più tornare in quei posti, tanta era stata la sofferenza provata da piccola… Poi in compenso, ebbe una vita piena di tante gioie, un marito amato, quattro figlie e tanti nipoti a rallegrare la sua vecchiaia… Una “Razza Piave” nel senso più autentico e pieno del termine….

Patrimonio UNESCO – Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

L’Unesco finalmente promuove le Colline del Prosecco Superiore a Patrimonio dell’Umanità

8 Lug. 2019, 05:27 | a cura di Loredana Sottile

DOPO UN TENTATIVO ANDATO A VUOTO, L’UNESCO FINALMENTE PROMUOVE LE COLLINE DEL PROSECCO SUPERIORE DICHIARANDOLE PATRIMONIO DELL’UMANITÀ. RIPERCORRIAMO IL PERCORSO CHE HA PORTATO A QUESTO RISULTATO.

Colline del Prosecco Superiore: Patrimonio dell’Umanità Unesco. La proclamazione

Anno fortunato per l’Italia e per il Veneto. Dopo le Olimpiadi 2026 assegnate due settimane fa a Milano e Cortina, adesso arriva il marchio Unesco per le Colline del Prosecco Superiore. “A Baku, l’Assemblea mondiale Unesco ha assegnato alle nostre colline quest’ambito riconoscimento, da oggi quindi rappresentano il 55esimo sito italiano da proteggere e tutelare per l’unicità del suo paesaggio culturale”.

Con queste parole, Innocente Nardi il presidente del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore ha annunciato l’entrata nella lista Patrimonio dell’Umanità: “Grazie al lavoro svolto da una squadra eccezionale capitanata dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia, con il contributo dei Ministeri competenti e l’impeccabile lavoro del comitato scientifico, presieduta da Mauro Agnoletti, e, non ultimo, il supporto della Delegazione italiana Unesco, abbiamo raggiunto questo traguardo. Parlo di traguardo” continua “anche se il riconoscimento non rappresenta il punto di arrivo, ma un’importante tappa di un percorso che mira alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico ed agricolo presente in questo piccolo territorio, noto per il suo prodotto principe, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”. Conservazione e manutenzione sono le parole chiave che il Consorzio ha lanciato, in osservanza delle indicazioni Unesco per i beni paesaggistici iscritti, in coerenza con l’obiettivo di un equilibrato e armonico sviluppo economico e sociale.

Il marchio Unesco, un iter decennale

Ma facciamo un passo indietro. L’iter per la candidatura era iniziato 2008 per volontà del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg che aveva avviato l’iscrizione del sito nella Lista propositiva del Ministero dei Beni culturali. Nel 2014 era stata costituita l’Associazione temporanea di scopo (Ats) e nel 2017 si era arrivati all’ufficializzazione della candidatura presso il Centro per il Patrimonio mondiale dell’Unesco di Parigi. Poi, lo scorso anno il rinvio, affidato alla parola: “Referral” pronunciata da parte della Commissione Unesco. “Non una bocciatura”, aveva subito precisato il Consorzio “altrimenti non avremmo avuto altre possibilità”. Rimandati al 2019, quindi. L’anno decisivo. L’anno giusto. Mentre le bollicine nostrane continuano la loro avanzata.

Un iter lungo, difficile e non al riparo da polemiche.  Come i tanti attacchi mediatici legati all’utilizzo dei pesticidi, più volte finiti sulle cronache nazionali (e non solo).  Le perplessità legate all’impatto della vitivinicoltura che ha cambiato faccia a intere provincie condannandole alla monocultura. Poi c’è la denuncia dei tanti (troppi, secondo la Tribuna di Treviso) soldi spesi: oltre 760 mila euro tra fondi regionali, provinciali, comunali e consortili. Tutti intoppi che non hanno fermato chi in questo riconoscimento ci ha creduto sin dall’inizio. E così due anni fa veniva presentato il logo ufficiale della candidatura. Un’immagine sinuosa che oscilla tra diverse sfumature di verde e tra le due anime del territorio: la zona delle alte colline e la parte collinare più dolce. Un’immagine che adesso non si farà più dimenticare.

La mappa della zona di produzione del prosecco valdobbiadene

L’area Unesco

In questi dieci anni, il processo di candidatura ha richiesto una revisione dei confini inizialmente proposti. Oggi il sito Unesco comprende la fascia collinare della provincia di Treviso, che dal comune di Valdobbiadene si estende verso est fino al Comune di Vittorio Veneto, ovvero una consistente porzione del paesaggio viticolo del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg.

La core zone (Valdobbiadene, Miane, Farra di Soligo, Pieve di Soligo, Follina, Cison di Valmarino, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Revine Lago, Tarzo, Vidor, Vittorio Veneto) rappresenta il sito di maggior pregio per le sue pendenze.

In particolare quest’area è caratterizzata dai cosiddetti hogback, una serie di rilievi irti e scoscesi, intervallati da piccole valli parallele tra loro. Ed è qui che, in particolare, emerge il lavoro dell’uomo che ha saputo adattarsi e modellare queste ripide pendenze, grazie ai ciglioni, una particolare tipologia di terrazzamento, che utilizza la terra inerbita al posto della pietra. Il terzo elemento caratterizzante è il mosaico, dato proprio dall’intervallarsi tra questi tanti piccoli appezzamenti vitati e la presenza di elementi boscati e improduttivi, che funzionano come un’efficace rete ecologica in grado di fornire servizi ecosistemici di qualità. Attorno alla core zone, ci sono, invece, altri due areali: la cosiddetta buffer zone (Conegliano, Susegana e San Vendemiano) e la commitment zone (Cappella Maggiore, Colle Umberto, Codognè, Cordignano, Fregona, Godega di Sant’Urbano, Mareno di Piave, Moriago della Battaglia, Sarmede, San Fior, Sernaglia della Battaglia, Segusino, Santa Lucia di Piave e Vazzola), dove si possono riconoscere i caratteri principali della candidatura, ma con un maggior sviluppo dell’urbanizzazione.

I paesaggi culturali Unesco

Il paesaggio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene è il decimo sito al mondo iscritto alla categoria di “paesaggio culturale”. Prima di lui sono arrivati i riconoscimenti per Alto Douro (Portogallo), Tokaj (Ungheria), Pico Island (Portogallo), Lavaux (Svizzera), Langhe Roero e Monferrato (Italia), Champagne (Francia), Borgogna (Francia), Saint-Emilion (Francia), Wachau (Austria). Tutti e dieci i siti sono paesaggi culturali evolutivi, il cui risultato visibile è dato dall’interazione uomo-ambiente, un’interazione vitale, in continua evoluzione.

Portoncino “Gran Finale”

Portoncino “Gran Finale”

dopo il lavoro di raschietto e smerigliatura della scorsa settimana, servivano mani più delicate per portare a termine l’operazione portoncino…sabato mattina si materializza una fata turchina con pennello alla mano…



fiato alle trombe! il secondo round può avere inizio … gli operai lavorano alacremente al pezzo… dopo parto sofferto, esce dal cilindro il “nuovo” portoncino di Casa Elvira… Siamo estasiati alla vista… Il pensiero torna a com’era e a rivederlo rinato, ci si riempie il cuore di gioia



Non esiste soddisfazione più grande che resuscitare un morto, avrebbe detto il nostro povero Cristo se fosse stato nei paraggi…

Le ortensie di Casa Elvira

Le ortensie di Casa Elvira

quest’anno, è in corso un’esplosione colorata in giardino…



forse merito del clima propizio o del taglio radicale dello scorso autunno, le ortensie di Casa Elvira sono un vero spettacolo..

al riparo del muro di cinta, della facciata principale e del retro, i nostri occhi sono affascinati da questo tripudio di colori, che vanno dal rosa al rosso intenso fino all’azzurro… miracolo primaverile…

Il portoncino

Il portoncino di Casa Elvira

il portoncino di entrata era bisognoso di un intervento di recupero davvero radicale… la situazione, ai più, sembrava oltremodo compromessa… anni di degrado e di strati di pittura, lo avevano reso praticamente un legno scuro… dovevamo prendere una decisione categorica… si può restaurarlo oppure non c’è proprio verso di … e si decida il da farsi…


sabato di buon mattino, arrivano i due “marangoni” dal Friuli… Pistola calda e via di raschiello… Dopo una battaglia durata quattro ore, il risultato finale è sicuramente confortante… Ne valeva la pena, sotto cumuli di vernice, il legno è risultato perfettamente integro e sano… Il lavoro va ancora portato a termine, ma già è tutta un’altra luce… Non c’è nulla che possa ripagare, la soddisfazione di portare nuovamente in vita l’anima di un legno che avrà presto un secolo…


ecco alcune foto dell’operazione 007 portoncino di Casa Elvira


l’operazione non è stata ancora portata a termine… resta da ridipingere la griglia di colore bianco opaco e di nutrire il legno rinato, con una bella dose di impregnante color miele… e poi sì, che potremo dire di aver compiuto l’opera…